Falerno del Massico
Bere un bicchiere di vino rosso di Falerno del Massico comporta una scelta … Non tutti sanno che il Falerno è una DOC di “territorio” ,cioè prende il nome dal luogo di origine e non dal vitigno. Potremmo considerarla una DOC “anomala”, in quanto nel disciplinare sono ammessi due uvaggi diversi:
– Falerno del Massico rosso, prodotto con uve : Aglianico 60-80%, in uvaggio con Piedirosso e Barbera;
– Falerno del Massico Primitivo, prodotto con uve del vitigno Primitivo sia in purezza che in uvaggio con il 15% di Aglianico, Piedirosso e Barbera.
Pertanto quando si parla di Falerno del Massico bisogna distinguere tra Primitivo oppure Aglianico. Il Falerno del Massico, ha discendenze nobili, potremmo addirittura definirlo l’erede del vino degli imperatori romani, il mitico Falernum, il vino più apprezzato, ricercato, osannato e ovviamente costoso del mondo antico.
Gran parte dei poeti e scrittori latini, da Plinio a Marziale, da Orazio a Cicerone sino a Catullo hanno decantato ed esaltato le sue qualità. Silvio Italico fa discendere la nascita di questo vino direttamente dal dio Bacco, che volle premiare l’ospitalità e la generosità di un vecchio contadino di nome Falerno facendo nascere sulle pendici del Monte Massico “viti lussureggianti”.
La produzione di questa DOC è consentita nella parte settentrionale della provincia di Caserta, detta Ager Falernus territorio in provincia di Caserta corrispondente agli attuali comuni di Mondragone, Falciano del Massico, Carinola, Sessa Aurunca e Cellole. Le rocce più antiche sono quelle del Monte Massico. E’ una struttura calcareo-dolomitica facente parte della “Piattaforma carbonatica appenninica” .La zona più antica si ritiene che si sia formata 225 milioni di anni fa, mentre la più recente, cioè i calcari marmosi e le marne del Miocene avrebbero appena 25 milioni di anni.
Vi sono molte case vinicole che producono Falerno tra cui alcune blasonate: Moio, Villa Matilde, Ager Falernus, Volpara ,Migliozzi, Trabucco,Papa, Regina Viarum e Masseria Felicia . Quest’ ultima è senza dubbio il simbolo di una nuova generazione di aziende dal fiero profilo artigianale, capaci di conquistarsi attenzione e rispetto ben al di fuori dei confini locali. Masseria Felicia è unanimemente considerata la pioniera del Falerno moderno. Tanto che nel 2000, Robert Parker assegnò 95+/100 sulla sua celebre newsletter al Falerno Etichetta Bronzo, il rosso di punta di Masseria Felicia, tirato allora in poche centinaia di bottiglie. Un’azienda che è stata dunque conosciuta ed amata per molti versi prima all’estero che in Campania, consolidatasi negli anni successivi grazie ad un consapevole progetto viticolo.
Guidata da Felicia Brini col padre Alessandro e la consulenza di Vincenzo Mercurio, l’azienda si sviluppa su 5 ettari vitati di proprietà, praticamente un corpo unico attorno alla cantina. Questo liquido sublime viene fatto fermentare in botti di castagno tronco coniche da 15, 13 e 10 ettolitri.
Il vino ha un vivace colore rubino, al naso è intenso ed ampio, esordisce con profumi di terra bagnata, note fumè e balsamiche, poi i sentori fruttati di visciole ed amarene, sottile il cardamomo ed il pepe verde. Il sorso è austero, con tannini fitti. Un vino ricco di trama, importante e profondo. Conserva nelle pieghe delle sue venature gli aromi di incenso e ceneri vulcaniche della sua terra. Ricordando sempre le tre T ”Tipicità, Tradizione e Territorio” un ottimo abbinamento è certamente con carni rosse alla brace, brasati e primi saporiti come lasagna classica napoletana o tagliatelle al forno.
Buon appetito.
Giovanni Dott. De Silva